L'italiano per i piccoli expat: il viaggio di Nicoletta dal Lussemburgo all’insegnamento della L2
Nicoletta ha vissuto in Lussemburgo per undici anni con il marito e il figlio, Mattia, cresciuto in una comunità dal forte carattere internazionale. E proprio qui, lontano da casa, ha scoperto la passione per la didattica dell’italiano LS e deciso di iscriversi all’università, sfruttando la flessibilità dell’e-learning.
Il corso di studi in Lingua e cultura italiana per stranieri ICoN, intrapreso durante la sua permanenza all’estero, le ha permesso sia di realizzare il sogno di conseguire la laurea, sia di condurre con maggiore consapevolezza i suoi laboratori didattici per la comunità di “piccoli expat” e, in seguito, le lezioni di lingua presso la Scuola Internazionale.
Tornata in Italia, Nicoletta ha discusso la tesi presso l’Università di Salerno e sta coltivando nuovi progetti per il futuro. In questa intervista, le abbiamo chiesto di condividere alcuni dei momenti più belli in Lussemburgo e le consapevolezze che ha maturato in questi anni di studio e di insegnamento.
Trovare l'Italia in Lussemburgo: il trasferimento, la comunità
Dal 2013 al 2024 hai vissuto in Lussemburgo perché la tua famiglia si è trasferita per motivi di lavoro. Eravate tu, tuo marito e tuo figlio, piccolissimo: ci racconti qualcosa di più? Com’è andato l’inserimento all’estero?
Il nostro trasferimento all’estero è stato dovuto al lavoro di mio marito, e ha comportato la necessità per me di lasciare il mio lavoro in uno studio notarile, un lavoro che mi piaceva molto. Inoltre, il Lussemburgo è un paese in cui si parlano tre lingue (francese, tedesco e lussemburghese), quindi le premesse per un inserimento non erano certamente le migliori. Nonostante ciò, la mia esperienza all’estero è stata molto positiva e ho apprezzato molto la possibilità di vivere in un paese diverso, in un ambiente internazionale, con un ottimo livello di servizi.
Durante la tua permanenza all’estero, hai scoperto la passione per la lingua e la cultura italiana… o meglio, la bellezza di trasmetterla ai bambini, che tu ami molto.
Io ho una predilezione speciale per i bambini, con cui sviluppo spesso un rapporto di empatia reciproca: con i figli delle mie amiche, con i compagni di classe di mio figlio, ma anche con bambini appena conosciuti. È stato quindi per me naturale indirizzarmi in attività educative per i bambini, che inizialmente abbiamo ospitato anche nella nostra casa, per poi svilupparle in ambienti dedicati.
Naturalmente non sono stata sola in questo percorso, ma mi sono affiancata in particolare ad una cara amica, Monica Ferrari, e grazie ad altre due ragazze italiane fondatrici della società QLT – Quality Life Time Luxembourg abbiamo organizzato quattro laboratori didattici legati alla conoscenza della storia e della cultura italiana.

L'insegnamento ai bambini tra corsi di lingua e laboratori
La tua esperienza di insegnamento si è poi maggiormente strutturata presso la scuola internazionale, quando la comunità si è attivata per attivare il corso extracurricolare di italiano. All’epoca stavi già frequentando il corso di laurea ICoN, curriculum didattico-linguistico. Vuoi raccontarci qualcosa di come hai strutturato le classi e le attività, in base anche alla disponibilità di spazi, allievi ecc.?
Sì, si trattava di far partire un corso pomeridiano di italiano per i bambini dai 6 ai 10 anni, ed è così che ho avuto la possibilità di strutturare un’attività extracurriculare presso la International School of Luxembourg. Luxembourg è una città che vede una pluralità di espatriati provenienti da tutto il mondo, e la scuola mi ha dato grande libertà nell'organizzazione delle attività, che ho suddiviso in due classi basate sulla età dei bambini.
Ho coniugato la conoscenza della lingua italiana, grammatica inclusa, in un contesto di gioco: ho utilizzato schede che ho reperito da diversi testi che mi sono procurata, ma anche materiale più ludico ma comunque consono al contesto, come ad esempio Italiano giocando di Headu, oppure gare per imparare la divisione in sillaba, attività che i bambini hanno apprezzato molto e che mi hanno chiesto di ripetere diverse volte.
Una particolarità: hanno partecipato non solo bambini italiani ma anche bambini stranieri che non parlavano assolutamente italiano, ma con la voglia di imparare la nostra lingua per comunicare con l’amico o l’amica!
Nei tuoi laboratori, invece, i figli degli expat italiani hanno scoperto tante cose sulla loro cultura di origine: storia, tradizioni e cultura di diversi luoghi d’Italia, come Roma, Venezia, la Campania, la Toscana.
Sì, questo era il progetto. Per i laboratori, organizzati con la mia amica Monica e con l’appoggio della QLT, abbiamo utilizzato materiale preparato ad hoc, come per esempio costumi di epoca romana confezionati da noi, che i bambini hanno utilizzato per interpretare i diversi personaggi storici. Oppure abbiamo creato carte con i monumenti per giocare a Memory, o ancora una specie di gioco dell’oca in cui le tessere contenevano informazioni su Dante e la Divina Commedia. La parte del programma dedicata alla regione Campania ha incluso anche la preparazione della pizza, e la costruzione di un vulcano in laboratorio!
Ad ogni laboratorio c’era la possibilità di acquistare libri di lettura in italiano grazie alla collaborazione con la Libreria Italiana in Lussemburgo.

Riportando tutto a casa: competenze acquisite, esperienze vissute
La laurea ICoN: è nato prima l’uovo o la gallina? È stato lo studio a ispirarti la voglia di insegnare ai bambini, o è stata l'attività di insegnamento che ti ha spinta a prendere il titolo di studio?
In realtà è stato un regalo inatteso da parte di mio marito, che mi conosce molto bene e sapeva che avrei preso con entusiasmo questa sfida. Non avevo avuto la possibilità di frequentare l’università, al termine degli studi superiori, e questo tipo di corso di laurea era perfetto per le mie aspirazioni e attitudini.
Dai tuoi racconti, la comunità di italiani in Lussemburgo sembra molto unita e con interessi comuni: per esempio, l’educazione dei figli e il desiderio di non perdere il contatto con le proprie origini.
La relazione con la comunità italiana all’estero è l’esperienza migliore che ho avuto durante i miei 10 anni di permanenza in Lussemburgo! Parlare la stessa lingua, affrontare le stesse difficoltà, non potersi appoggiare ai parenti fa sì che sia molto più facile sviluppare relazioni e rapporti di fiducia rispetto a chi vive in Italia. Dai gruppi di acquisto che comprano i prodotti alimentari italiani, ai gruppi Facebook o WhatsApp, tutti scambiano informazioni e si aiutano reciprocamente.
Ora che sei tornata in Italia, frequenti comunque una comunità internazionale per via di vostro figlio, che avete inserito in una scuola bilingue. Com’è per un ragazzo il passaggio tra questi due sistemi scolastici? E quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Rientrati in Italia, per noi è stata una scelta ovvia quella di permettere a nostro figlio di continuare il suo percorso internazionale bilingue, e attualmente frequenta la Vittoria International School di Torino. Sicuramente il sistema scolastico in Italia ha un approccio più tradizionale, e Mattia ha passato un periodo di transizione, ma dopo un anno possiamo dire di esserci ambientati nel modo migliore.
Adesso il mio obiettivo è quello di mettere a frutto le mie conoscenze per insegnare l’italiano L2, preferibilmente in un contesto scolastico, ma anche come volontaria, oppure individualmente.