Foundation course: strategie per la formazione linguistica
Come accogliere gli studenti stranieri nelle università italiane?
In questi ultimi anni le università italiane hanno integrato nella loro offerta dei corsi molto interessanti per chi vuole studiare nel Bel Paese. Hanno un nome evocativo, “foundation”, le fondamenta: la base su cui costruire il proprio percorso accademico. In questo articolo scopriamo insieme che cosa sono e come funzionano, con un focus in particolare sulle iniziative in cui siamo stati coinvolti in prima persona.
Le basi da integrare: conoscenze, cultura, lingua
Foundation year, foundation course, foundation program: il nome può cambiare a seconda dell’ente che lo organizza, ma il concetto alla base è lo stesso. Si tratta di un corso introduttivo che serve a integrare conoscenze e competenze necessarie all’iscrizione ad un percorso di istruzione superiore, vale a dire all’Università. Quando mancano queste competenze? Tipicamente, quando si passa da un sistema educativo a un altro, come nel caso degli studenti provenienti dall’estero. Particolarmente diffusi nel mondo anglosassone, da pochi anni i corsi foundation sono stati introdotti anche in Italia, in ottica di un processo di internazionalizzazione sul quale l’Università sta investendo molto.
Che cosa si va a integrare in questi corsi? Innanzi tutto, le conoscenze: uno dei requisiti fondamentali per poter accedere all’istruzione universitaria, in Italia, sono infatti i 12 anni di scolarità che solitamente si ottengono seguendo il ciclo di scuola primaria e di scuola secondaria (di primo e di secondo grado). Un caso tipico di “disallineamento” sono gli studenti stranieri a cui manca un anno di scolarizzazione, dato dal differente impianto del sistema educativo.
La distanza tra l’Italia e l’estero, tuttavia, non è solo nei programmi scolastici. Ci sono delle lacune culturali da colmare, specialmente per chi sceglie un percorso di studi umanistico (ma non solo): concetti che per i cittadini italiani sono parte della vita di tutti i giorni per lo studente straniero, specialmente se extra-europeo, sono nozioni nuove. Infine, non dobbiamo dimenticare l’invisibile ma ingombrante presenza delle barriere linguistiche. Come frequentare l’Università in Italia senza sapere l’italiano?
Il problema della lingua: trovare un sistema efficace
Anche se molti atenei offrono corsi in lingua inglese, sapere la lingua del Paese ospite è un requisito fondamentale nonché uno degli obiettivi dei vari foundation program. Come integrare dunque questo aspetto? Ci sono diverse strategie, ma parleremo di quella che conosciamo meglio. L’Università di Pisa, che ha attivo il suo Foundation Course dal 2016, ha deciso infatti di coinvolgere il Consorzio ICoN dall’A.A. 2020/21 per elaborare una strategia di formazione linguistica “anticipata” rispetto all’ingresso in Italia degli studenti.
Se in precedenza, infatti, la formazione linguistica degli studenti era affidata all’attività in presenza del centro linguistico dell’ateneo, da un paio di anni si è deciso di “giocare in anticipo” sfruttando il formato online: è nato così il corso Italian0 - Beginners, un primo contatto con la lingua italiana che gli studenti possono affrontare in autonomia e a distanza. In questo modo, le future matricole dell’Università di Pisa possono acquisire le basi della lingua ancora prima di varcare le soglie del CLI, che li prenderà in carico in un percorso intensivo dal livello A1 (elementare) sino al B2 (intermedio avanzato).
La soluzione di ICoN: Italian0 - Beginners
Come funziona di preciso questo “modulo preparatorio” all’italiano? Sono 10 settimane di corso che gli studenti frequentano sulla piattaforma didattica ICoN durante l’estate (da luglio a settembre), guidati da un tutor. Ogni lunedì il tutor pubblica le linee guida per lo studio delle unità didattiche proposte, e periodicamente assegna delle esercitazioni per sviluppare le abilità di produzione scritta e orale. Tutti i messaggi vengono pubblicati in doppia lingua (italiano e inglese).
Quella che si è appena conclusa il 13 settembre 2021 è stata la seconda edizione, e già ci sono state delle evoluzioni rispetto all’anno scorso: oltre alle attività online sono state organizzate anche 10 ore di lezioni sincrone con il tutor, distribuite lungo le 10 settimane. Nel momento in cui scriviamo, dall’online si è passati all’attività in presenza, e il tutor ha ritrovato alcuni degli studenti seguiti quest’estate nelle classi A1 del CLI: un rapporto iniziato nelle aule virtuali di ICoN, ma che ora prosegue “dal vivo”.
Studiare in Italia con i foundation course
L’Università di Pisa è stata la prima in Italia ad introdurre un foundation course, offrendo due percorsi tutt’ora attivi: Humanities e Science, con programmi diversi a seconda del percorso di laurea scelto dallo studente. L’iniziativa poi ha preso piede, e oggi sono disponibili vari corsi di fondazione in molte università italiane come la Ca’ Foscari di Venezia, Parma, Pavia, Siena per Stranieri e altre. Tutti hanno come obiettivo quello di integrare le differenze tra i sistemi educativi, e assieme di introdurre lo studente alla lingua e la cultura italiana, al metodo di studio e all’approccio pedagogico dei contesti europei.
Alcune di queste università hanno scelto di attivare percorsi simili o ancora più specifici di quelli che abbiamo visto, come scienze umane, scienza e medicina, economia legge e scienze politiche, architettura arte e design. Vale la pena ricordare anche che molte università offrono borse di studio destinate nello specifico a studenti stranieri, in base al merito e/o al reddito.
Ci auguriamo quindi di vedere presto i frutti di queste iniziative, specialmente quando l’emergenza sanitaria sarà definitivamente rientrata e viaggiare sarà alla portata di tutti. Nel frattempo c’è sempre il formato online: come alternativa possibile, ma anche come strada complementare. In questo caso, è la strategia che fa la differenza.