Questi esami “straordinari”
Testimonianze ICoN dalla pandemia
Dal 25 giugno al 12 luglio si terrà per gli studenti del corso di laurea ICoN la terza sessione di esami in modalità straordinaria. Ma in che senso straordinaria, e soprattutto... perché?
Cominciamo dall’inizio: gli esami del corso di laurea ICoN si svolgono solitamente presso una delle sedi convenzionate con il Consorzio, dove gli studenti si recano dopo avere effettuato la prenotazione online. Durante il semestre di Marzo 2020, però, ci siamo dovuti confrontare con l’imprevisto per eccellenza: l’epidemia di Covid-19, la cosiddetta “prima ondata” che ha ribaltato le carte in tavola per un gran numero di attività.
Una situazione difficile da gestire, poiché le misure di contenimento del contagio erano diverse da Paese a Paese, e non era possibile dettare regole in una situazione di emergenza così delicata. C’era una decisione da prendere in tempi rapidi: sospendere l’attività didattica, o andare avanti? E se sì, come?
Il lavoro dello staff (e degli studenti)
Fermare le attività, senza sapere quando la situazione sarebbe cambiata, era fuori discussione. Questa è stata la decisione, perciò andava trovato un modo alternativo. Sono state indette riunioni straordinarie, in cui tutto lo staff è stato coinvolto, e in poche settimane è stata approntata una soluzione che consentisse agli studenti di continuare a dare gli esami da remoto, sfruttando la piattaforma su cui già si svolge il resto dell’attività didattica.
Fuori gioco il software degli esami di ICoN – lo strumento tramite cui gli studenti sostengono gli esami in sede – la prova stessa è stata ripensata: alla batteria di test, di regola seguita dalla redazione di un elaborato scritto, è stata sostituita una seconda traccia, per un totale di due elaborati scritti da realizzare in due ore di tempo. Per la consegna della prova è stata realizzata una nuova classe virtuale a cui sono stati iscritti tutti gli esaminandi, e in cui sono state rese disponibili le prove secondo un calendario fisso.
Gli studenti, una volta avvisati, si sono prontamente adattati, partecipando alle simulazioni e accedendo al date e orari concordati per svolgere le prove. È stato inoltre approntato un protocollo di controllo e riconoscimento dello studente tramite web call, per assicurare la validità della prova d’esame; dopo la consegna i testi sono arrivati come di consueto in mano alle commissioni per la valutazione.
L’esperienza dello staff
“Nonostante le previsioni ci sono stati pochissimi problemi” racconta Simona, che ha gestito il consueto lavoro di segreteria didattica in smart working. Nello stesso periodo, infatti, anche lo staff di ICoN si stava adattando a una modalità di lavoro completamente da remoto. Oltre a gestire gli studenti, Simona si è occupata di definire il calendario degli esami insieme alla redazione, che era impegnata a sua volta nella costruzione della classe virtuale dove si sarebbero svolte simulazioni ed esami veri e propri.
“Forse c’è stata qualche difficoltà ad accettare il calendario fisso? Per gli studenti è stata una novità avere date e orari prestabiliti, e per alcuni erano scomodi. Abbiamo dovuto ‘incastrare’ le prove con un lavoro certosino… bisognava trovare date e orari che mettessero d’accordo tutti gli iscritti a un esame, e non è un compito facile, data la provenienza molto eterogenea degli studenti. In aggiunta, abbiamo dovuto tenere conto di un orario che, nonostante le differenze di fuso, consentisse agli studenti di ricevere assistenza in caso di malfunzionamento, perciò non potevamo spostarci troppo dal fuso orario italiano. Ma devo dire che ho trovato moltissima disponibilità. Si è sempre trovato un accordo con la segreteria. Anzi, proprio per questa circostanza, con gli studenti c’è stato uno scambio molto più fitto del solito… mi sembra che si siano sentiti assistiti.”
Un’impressione simile anche quella di Roberto, supporto tecnico di ICoN e incaricato, per queste sessioni, dei controlli via Skype durante la prova d’esame: “C’è stata molta collaborazione, anche se all’inizio la richiesta di installare Skype (e la prospettiva di un’interruzione) ha seminato un po’ il panico, al momento dei controlli tutti gli studenti hanno apprezzato. Penso in parte per la serietà, perché questo assicurava un esame valido, e poi perché ha permesso di avere un contatto ‘faccia a faccia’ che nella realtà ‘immateriale’ di ICoN spesso manca.”
“Questi esami hanno comportato una maggiore responsabilità da parte degli studenti” considera poi Roberto “perché prima c’era la sede che era incaricata di tutto, almeno lato tecnico, così che loro potevano concentrarsi solo sulla prova. Senz’altro questa è stata una fatica in più. Però penso che, allo stesso tempo, abbiano sentito che abbiamo dato loro fiducia, perché così è stato, con questo tipo di esami, da gestire più in autonomia… sicuramente è stata un’esperienza diversa.”
Le testimonianze degli studenti
Interpellati, gli studenti hanno in molti casi confermato l’impressione dello staff. Infatti, dopo ben due sessioni di esami in modalità straordinaria (e con la terza che si avvicina) ICoN ha sottoposto agli studenti un questionario che alcuni di loro hanno volontariamente compilato per farci avere i loro feedback.
“La mia esperienza è stata molto positiva, anzi a me ha aiutato tantissimo il fatto di non dover viaggiare verso una sede e poter sostenere gli esami da casa mia” scrive Patricio (Junín, Argentina). “È vero che sono stato più nervoso perché avevo l'impressione che tutto dipendesse da me, sia la chiamata Skype, sia il formulario da inviare dopo l'esame come anche tutta l'organizzazione che ci vuole dentro una casa di famiglia per poter creare un'atmosfera ideale per il sostenimento di un esame. Sono molto felice perché da queste esperienze ho imparato tanto.”
La situazione dei vari Paesi
Tutti gli studenti interpellati concordano su un fatto: la modalità straordinaria ha consentito loro di non interrompere gli studi, e questo è stato un grosso risultato. La situazione era diversa da Paese a Paese ma, specialmente nel primo periodo, le limitazioni agli spostamenti erano anche molto severe.
“Non sarebbe stato possibile recarmi in sede” conferma Clizia (Dubai, Emirati Arabi Uniti) “Tutt'ora per andare in sede occorre fare un test Covid obbligatorio, a spese proprie”.
“Quarantena assoluta” ci informa Juana (Bogotà, Colombia). “Non sarei potuta andare a una sede a presentare gli esami. Quindi è andata benissimo.”
Una situazione comune in Sudamerica, da quello che scrive Paolo (Arequipa, Perù): “Senza questa modalità non avrei potuto fare gli esami in Perù, le sedi convenzionate sono chiuse per il lockdown.”
Le ricadute
Non tutto è stato rose e fiori: “Ho saltato due sessioni d’esame” scrive Anabel (Bahía Blanca, Argentina). “Non l’avevo mai fatto prima, due sessioni consecutive... mi ha influenzato psicologicamente il cambiamento della modalità e tutta questa situazione del Covid”.
“Lo svantaggio per me è [perdere] il rapporto o scambio che si può avere con un ‘professore’ nel dare un esame in presenza” spiega Ignazio (Monaco di Baviera, Germania). “Mi spiego meglio, io ho avuto la fortuna di fare gli esami nell’Università di Monaco di Baviera e quindi, per causa forza maggiore, conoscevo e scambiavo le mie idee con altri studenti o con la ‘prof’ che si occupava del mio esame. Magari se avessi fatto gli esami in un Istituto Italiano di Cultura non avrei avuto questa possibilità... la modalitá straordinaria invece è piú ‘comoda’, non devo viaggiare, ma si perde un pó nel contatto umano.”
La “resistenza”
Nel complesso, comunque, gli studenti hanno affrontato questo periodo in maniera reattiva, condividendo delle importanti testimonianze di resilienza. Tutti infatti si sono concentrati sullo studio forse anche più del solito, per avere un obiettivo: “È stato importante e benefico per affrontare un momento drastico come questo” scrive Marina (Haukipudas, Finlandia)
“Sarebbe stato un peccato non avrei avuto l’opportunità di continuare a studiare” concorda Juana. “A me ha aiutato tantissimo.”
“Sono stata felice” aggiunge Clizia “perchè impegnarmi nello studio mi ha consentito, e mi consente, di guardare al futuro con fiducia e grinta.”
“Io l'ho presa con molta pazienza” confida Patricio “e sempre con l'idea che anche da questo difficile momento qualcosa possiamo imparare.”
Testimonianza che poniamo in conclusione perché concordiamo, e speriamo sia d’ispirazione per chi ci legge, qualunque cosa stia facendo e qualunque difficoltà stia affrontando. In bocca al lupo a tutti per questa nuova sessione di esami “straordinari”!