Il giro del mondo tra Firenze e Madrid
Maurizio Matucci si è laureato con ICoN nella sessione autunnale del 2017 con una tesi sugli aspetti della caccia nel Medioevo, relatrice la prof.ssa Giuliana Albini dell’Università di Milano. Sollecitato dalle nostre domande, ci ha dipinto un appassionante ritratto della sua vita e della Spagna, dove risiede per lavoro e per piacere.
Buongiorno, Maurizio. Ci racconti di più di lei: qual è la sua storia?
Abito a Madrid ma forse è più accurato dare come residenza Vueling e Ryan, dato che faccio il pendolare tra Madrid e Firenze, dove ho moglie e quattro figli. Ho studiato Economia e Commercio (tesi in Statistica) all’Università di Firenze, inframezzato da un corso per pilota di Jet a Fiumicino e a Brindisi e poi dal militare (svolto anche a Pisa, alla Gamerra). Di seguito, a seconda del mutare delle situazioni e degli interessi, da Scienze Forestali a Lettere, ho preparato molti esami dandone poi molti meno, a volte per pudore, altre volte per mia permanenza in America o in Asia. Gli interessi restano uguali, ma necessariamente le attività fisiche devono lasciare campo a quelle meno (fisicamente) impegnative. Quindi non più paracadutismo, alpinismo, speleologia, cavallo, moto (su questa sto rifacendoci un pensierino), ma passeggiate, caccia, lettura, musica, musei. Nel passato ho avuto diverse occupazioni: CNR; insegnamento alle medie; produzione e commercio di oreficeria, pelletteria, vini, cristalli, alabastro. Agriturismo e affitti turistici. Attualmente, con mio figlio e due nipoti, ci occupiamo del recupero ecologico di scarti e rifiuti metallici (export/import tra Spagna e Italia).
Qual è la cosa che le piace di più del posto in cui vive?
Mi piace Madrid per la sua grandiosità di capitale della Spagna e tutt'ora punto di riferimento per gran parte dell'America latina. Eppure, nello stesso tempo, è una città facile da capire e girare sia camminando, sia con l'efficientissima metropolitana, sia con i poco costosi taxi. Dal quartiere Salamanca, dove abito, alla Puerta del Sol dove ho l'ufficio è una piacevole passeggiata con immancabile sosta a La Mallorquina, per la colazione in questo locale sempre uguale dall'Ottocento, come si vede nel quadro di un impressionista appeso all'interno. Più tardi nella mattinata le strade diventano sempre più affollate, anche troppo, fitte di spagnoli, sudamericani, molti turisti in vacanza e zingari, abili ma mai aggressivi, dediti al loro duro lavoro quotidiano. Una moltitudine confusionaria e allegra e, appunto, allegria definirei la principale caratteristica di Madrid.
Che cosa ci può dire sugli spagnoli, invece, e sul rapporto con gli italiani? Siamo praticamente “parenti”…
Gli spagnoli. Se è vero che "Amor che a nullo amato, ecc." non possiamo non amare gli spagnoli che per noi mostrano predilezione e interesse e un po' ci considerano i cugini maggiori. Infatti le domande più frequenti riguardano le nostre opinioni su di loro, sulle loro città, il loro cibo. Poi ci chiedono del calcio e della politica, argomenti sempre controversi nei quali cerco di non farmi invischiare, visti i fortissimi sentimenti che si andrebbero a toccare. Fonte di divertimento per noi italiani è una lingua che chiama abogado l'avvocato. All'inizio si viene attratti dalla (apparente) somiglianza, poi si scoprono innumerevoli differenze, spesso con risultati comici. (Quasi tutti sanno che una signora "embarazada" non ha le guance soffuse di pudico rossore ma è in dolce attesa. Altri "falsos amigos" sono invece meno noti. Per me è stato motivo di perplessità sentirmi chiedere se avevo una "nave" parlando di fusione di metalli preziosi finché ho scoperto che vuol dire fabbrica. Oppure quando hanno toccato la mia suscettibilità a proposito della mia "competencia", che però significa concorrenza. Infine, una mia amica si è indispettita molto per quello che era un complimento alle sue chiome lunghe e fluenti definite "pelo muy largo").
Come è venuto a conoscenza del corso di laurea ICoN?
Su Internet, quando ormai avevo rinunciato a finire il lungo e tortuoso percorso accademico all'Unifi, vista l'impossibilità di frequentare.
Qual è il ricordo che le è rimasto più impresso?
Le innumerevoli serate e mezze nottate passate davanti al computer, dopo una giornata di lavoro. Particolarmente d'inverno, col conforto della pipa e di un cognacchino.
E la persona?
Le persone? Di un paio, in negativo, non voglio parlare, ma ricorderò sempre con affetto e gratitudine le segretarie e la tutor Chiara Mandosso che, con molta pazienza, mi hanno aiutato soprattutto nella mia battaglia col computer e la burocrazia e contro l'E-Polstergeist che mi ha intralciato in tutti i modi possibili. Anche uno studente, direi più o meno coetaneo, incontrato a un esame a Pisa e che - in parallelo con me - è risultato essere stato (mi ha detto) Ufficiale della Folgore (quindi in palestra faceva il salto mortale e si lanciava dalla torre e dai C-119) e fabbricante di gioielleria con rapporti con l'Oriente, appunto come me. Un po' come guardarmi allo specchio. Ora lo seguo regolarmente su Facebook dove mette bellissime foto di opere d'arte.
Dopo la laurea, quali sono i suoi progetti?
La laurea per me non aveva fini pratici. Il corso che ho scelto doveva servire a sistematizzare le nozioni sparse che avevo e anche a portare a termine una delle tante cose lasciate a metà (vorrei poterlo fare anche con certe persone del passato). Per il lavoro, attualmente sto lavorando a un progetto di (difficile) raffinazione di rocce aurifere, prodotto di scarto di certe miniere in Colombia. Due altre passioni sono la musica (ho ripreso lo studio del pianoforte e partecipo a un coro di musica classica) e la Natura: seguo corsi di caccia di selezione, attività indispensabile per l'equilibrio del nostro ambiente antropizzato. Infine, riallacciandomi alle mie esperienze di insegnante, ho appena chiesto informazioni sul vostro Master in Didattica. Sembra interessante.
Che cosa ha significato per lei lavorare in modalità e-learning? Quali sono stati gli ostacoli più grandi? E i vantaggi, invece?
Per me l'unico modo fisicamente possibile. Lo svantaggio principale è la solitudine: aver voglia di condividere pensieri, considerazioni, scoperte e non poterlo fare come con gli antichi compagni di banco o insegnanti in cattedra. Ostacoli: l'E-Poltergeist seduto sul computer. (Quello stesso che mi aveva messo in spam in vostro messaggio, che mi tagliava internet a metà esercizi, che spesso non mi faceva entrare arbitrariamente nel sito ICoN). Vantaggi: organizzare il mio tempo, avendo tutto a portata di video.
Che consigli darebbe ai nuovi iscritti del corso di laurea ICoN?
Cercare di far rete con altri studenti degli stessi esami (magari dello stesso fuso orario), usando - per esempio - WhatsApp oppure, meno intrusivo e meno legato a orari, con un gruppo specifico su Facebook.